Il segreto per trovare talenti sottostimati è giocare un altro gioco.
Tradotto da Antonello Angelillo (read in English)
Il Barnsley FC, una squadra inglese che al momento sta giocando i play-offs per accedere in Premier League nonostante un budget ridotto, sembra stia utilizzando le statistiche in maniera totalmente differente rispetto alla maggior parte dei club. Dico “sembra” perché, come la maggior parte dei club, non sappiamo cosa stiano combinando con le loro operazioni di analytics. Cosa sappiamo è che – beh, eccovi alcuni punti salienti:
- “Il Moneyball arriva al Barnsley quando una holding includente Billy Beane completa l’acquisto del club”
- “Billy Beane: Chi è? Che cos’è il Moneyball? Perche il Barnsley? Qual è il suo valore netto?”
- “Il Moneyball mette il Barnsley in posizione per lottare per la Premier League”
- “Billy Beane dà all’umile Barnsley una grossa opportunità di promozione in Premier League grazie al Moneyball”.
Più o meno avete capito. C’è questo ragazzo chiamato Billy Beane – o come il The Athletic lo identifica “Billy Moneyball Beane” – che è il protagonista del bestseller-poi-film di grande successo chiamato Moneyball. E’ stato Brad Pitt ad personificarlo. Qualcuno di rilevante, quindi. E’ anche, dal 2017, un socio minoritario del Barnsley, che quindi per associazione fa del Barnsley un club rilevante. Magari ci sono altre ragioni per le quali il Barnsley è un club importante nel mondo della Championship inglese, ma questa è la ragione che l’ha sbattuto sul Wall Street Journal.
Il preambolo di Moneyball (libro/film) ci racconta di come gli Oakland A’s, una squadra di baseball anch’essa dal budget ridotto, anch’essa guidata da Billy Beane, siano stati capaci di competere con squadre più ricche utilizzando le statistiche in modo da trovare giocatori sottostimati. Ma cos’è il Moneyball nell’immaginario popolare? A volte Moneyball significa semplicemente “utilizzare le statistiche”. A volte significa “farci quasi di tutto con esse, in qualsivoglia contesto, purché’ ci siano di mezzo interessi economici”.
Ma Moneyball (libro/film) non parla solamente di utilizzare le statistiche per trovare buoni giocatori. Alla fine il Data Scouting ha sempre fatto parte del baseball. Il modo in cui la squadra di Beane è invece riuscita a superare le aspettative è stato cambiando cosa significasse essere bravi a baseball, ripensando i postulati vecchi cent’anni che ci indicavano quali parametri erano da perseguire per vincere e quali no. Ponendo delle domande diverse ai numeri del baseball rispetto ad altre squadre sono riusciti a vincere con giocatori che tutte le altre franchigie credevano scarsi.
La maggior parte dei club di calcio che sentirete che stanno adottando il famoso Moneyball non lo stanno facendo affatto. Usano i numeri per trovare giocatori buoni a passare la palla, a dribblare, a ricevere in zone pericolose, a concludere a rete con tiri pericolosi – in altre parole buoni giocatori di calcio. Il fine di usare i dati in questa maniera è semplicemente buoni giocatori più velocemente, a prezzi migliori, in maniera più efficiente e da un bacino più largo rispetto quanto farebbe un dipartimento di scouting tradizionale. Condotto in maniera efficace, questo tipo di lavoro dovrebbe procurarti calciatori sui quali la maggior parte degli scout saranno d’accordo.
Il Barnsley non fa parte di questa categoria. Potremmo addirittura dibattere sul fatto che stiano giocando a calcio o meno. Come Chris Russell ci indica nel video qui sotto, che non posso raccomandare abbastanza, una partita del Barnsley “ha una somiglianza sinistra allo Slime Volleyball, un videogioco popolare nei primi anni 2000 sui computer dei laboratori di informatica delle High School”. La caratteristica tattica della squadra allenata da Valérien Ismael è quella che Russell etichetta come “il Barnsley Skyball,” che significa esattamente questo. Dai ad un Tyke (soprannome dei giocatori del Barnsley che letteralmente si traduce in cagnaccio) una palla e te la trascinerà in avanti per poi sparartel il più in alto ed il più lontano possibile.
Non è ben chiaro come il Barnsley sia arrivato ad avere questo approccio al gioco del calcio. Un podcaster locale, intervistato da The Athletic, ha detto che il playstyle della squadra “rappresente la città e la sua tradizione.” Abbastanza cattivo, come giudizio, per un villaggio nel South Yorkshire tutto sommato molto carino. Dichiarazione ulteriormente smentita dal fatto che alla holding proprietaria del Barnsley appartengono anche club belga, danesi, svizzeri e francesi, apparentamente tutti devoti alla stessa filosofia di gioco. “Tutte le squadre della PMG cercano di portare la palla nella tua metà campo e di ricavare qualcosa dal caos” ha affermato un contabile citato nell’articolo di The Athletic, aggiungendo “di calcio non capisco niente. Lo guardo nella stessa maniera in cui lo guarda mia madre”.
Il podcaster potrebbe aver ragione, alla fine, collegando lo Skyball alla tradizione inglese di hoofball (per Urban Dictionnary: una maniera particolarmente poco attraente di giocare a calcio, praticata da gli Heart of Midlothian. Un hoof è letteralmente un lancio lungo da parte di un difensore o del portiere stesso, che viaggi per almeno 35 metri), lanciarla al grosso centravanti piuttosto che giocherellare con questi passaggetti. Il contabile e sua madre hanno sicuramente ragione su cosa il Barnsley sta cercando di fare, quindi, ovvero portare la palla nella tua metà campo e ricavarne del caos. Cosa il Barnsley ha aggiunto alla ricetta originale (hoofball) è il pressing feroce che fa sì che la palla resti nella tua metà campo. Invece di usare le palle lunghe per mantenere una formazione compatta difensivamente parlando, attirare gli avversari, e poi attaccare lo spazio dietro di loro come farebbe una classica underdog inglese, il Barnsley usa la palla lunga e il pressing alto per spingere indietro gli avversari lì dove la palla scotta maggiormente, dove ogni rimbalzo beffardo li danneggia più che aiutarli. Chi avrebbe mai detto che non ci sarebbe stato bisogno di tattiche cervellotiche per ascendere alla Premier League. Il caos è una scala.
Ovviamente il punto di riferimento di un network di club che utilizza passaggi diretti e pressing alto come stile di gioco è il sistema Red Bull, non è stata quindi una coincidenza che l’ex allenatore del Barnsley, Gerhard Struber, abbia lasciato il club per accordarsi, la scorsa estate, proprio per allenare il NY Red Bulls. (Anche la holding del Barnsley ha a sua volta assunto dal coaching staff della Red Bull). Un ancor migliore paragone stilistico può essere fatto con la scuola spagnola con la quale club minori cercano di sopravvivere a Barcellona e Real Madrid giocando un tipo di calcio estremamente caotico. Quando due club di questo gruppo si scontrano, come quando in un Getafe-Eibar della scorsa estate la percentuale di passaggi completati dalle due squadre combinate si assestava ad un 53%, otterremo quanto di più vicino al gioco praticato dal Barnsley. L’unico juego de posiciòn al quale queste squadre si interessano è la posiciòn in campo.
Ma anche così non staremmo rendendo merito a quanto strano sia il Barnsley. Secondo i dati Opta di WhoScored, nessun club delle cinque principali leghe europee ha avuto una percentuale di passaggi completati inferiore al 66% del Getafe. Il Barnsley è a 58%. L’Eibar guida poi la statistica per duelli aerei ingaggiati (parlando sempre delle Top5) con 56 a partita. Il Barnsley è a 66. L’Eibar conta invece 83 palle lunghe giocate ed 80 ricevute a partita. Il Barnsley ne conta 84, ma soprattutto, gli avversari ne hanno giocate un assurdo 102 contro, a partita. Certo, si può attribuire gran parte di queste statistiche alla bassa qualità della seconda divisione inglese, dove il fanalino di coda Wycombe completa ancor meno passaggi del Barnsley, ma quel 102 palle lunghe giocate contro è il 24% più alto rispetto alla seconda squadra in questa particolare classifica, tenendo in considerazione sempre e solo la Championship. Il Barnsley non solo gioca lo Skyball – ma forza anche gli avversari a giocarlo.
La maniera più semplice di dimostrare come il Barnsley imponga la propria filosofia di gioco è prestando attenzione ai loro schemi su punizione. Non parlo dei classici schemi su punizione dal limite dell’area, da dove gli allenatori tendono a disegnare coreografie atte ad aggirare la barriera. Parlo delle inutili punizioni da 75 metri, in occasione delle quali ogni squadra si rimettere a costruire da dietro con un passaggio corto. Non il Barnsley,. Quasi ogni punizione conquistata, o ogni fuorigioco avversario, al di fuori del terzo difensivo è una scusa per piazzare ben otto uomini in un piccolo rettangolo immaginario al limite dell’area avversaria e lanciar verso esso una palla che avrà l’effetto di un proiettile in un frullatore. Quattro Tykes si buttano in area per allargare la difesa; altri quattro si attrezzeranno per ricevere la seconda palla o comunque fare contro-pressing. E’ una così semplice e brillante maniera di fare confusione nella porzione di campo più pericolosa che finisci per chiederti perché tutti gli altri non le battano così.
Ci sono un paio di ragioni per le quali le altre squadre non le battono così, credo. La prima è che sembra effettivamente fin troppo pericoloso portare nove undicesimi della squadra nei paraggi dell’area avversaria per provare, una dozzina di volte a partita, a controllare degli spioventi. Che sarebbe, tra l’altro, anche il canovaccio ddi calci d’angolo alla fine… Il secondo motivo per il quale la maggior parte delle squadre non prova questo tipo di calcio di punizione se non sotto nel punteggio e nei minuti di recupero ci indica come, queste squadre, guardino al rapporto fra rischio/ricompensa, ma va a toccare anche un aspetto più psicologico: semplicemente sembra stupido. Quando ho twittato una foto di un calcio di punizione del Barnsley l’altro giorno ho ricevuto risposte dai classici papà-allenatori che mi dicevano che sarebbe stato imbarazzante far giocare gli U12 in questa maniera. Che è anche vero, se parliamo di sviluppo del singolo calciatore, ma che succede quando gli U12 stanno lottando per la promozione in Premier?
La ragione per la quale il Barnsley non ha alcun tipo di imbarazzo nel giocare questi strani calci piazzati è l’aver fatto all-in su quella che io penso, alla fine dei conti, sia una importante verità sia statistica e forse anche filosofica: non conta, non fa differenza alcuna, se un passaggio viene completato o meno nel momento in cui sei in una posizione ideale per riconquistare immediatamente il pallone. L’unica cosa che conta è in quale porta finisce il pallone, e quale squadra abbia il proprio giocatore sulla palla è, in generale, meno importante di dove si trovi la palla e dell’organizzazione difensiva nel computo delle scoring probabilities. Ciò è ancor più vero bel momento in cui “sulla palla” non c’è nessuno, visto che sta volando.
Per chiunque invece guardi allo sport pensando alle probabilità di vittoria lo stile del Barnsley risulta seducente. “Il tipo di calcio che praticherei sarebbe una sorta di “lancia e schiaccia (l’avversario, ndr.)”” ha affermato l’executive Daryl Morey alla conferenza MIT Sloan Sports Analytics qualche anno fa. “Lancia (la palla) e poi pressa l’avversario, schiaccialo, tienilo nella sua metà campo e cerca le palle che andranno a perdere. Sembra lo stile che si sta imponendo ultimamente, in fin dei conti.” Morey qualcosa sul prevedere le tendenze stilistiche basate sulle statistiche tende a conoscerla. È salito alla ribalta per essere stato il pioniere del cambio radicale, in NBA, dallo stile Jordan-esco, fatto di tiri dalla media, verso un più efficiente copione fatto di triple ed appoggi a canestro (e tanti, tantissimi falli). Praticamente tutti giocano così adesso. Ha anche una nomenclatura che al contempo rende omaggio anche a Billy Beane: il Moreyball.
Il Launch & Squish di cui prima (o lancia e schiaccia) sembra astuto, come stile, in teoria, ma nessuno ai piani alti del calcio è riuscito a farlo funzionare quanto Morey abbia invece fatto in NBA. Il Getafe, al massimo, è finito quinto in Liga, raggiungendo i sedicesimi di Europa League, battendo l’Ajax prima di essere eliminato dall’Inter. L’Eibar, un club basco così minuscolo da aver istituito l’azzurro ed il rosso come colori sociali grazie ai kit prestati dal Barça, avrebbe anche superato di gran lunga le proprie aspettative bazzicando in Liga per qualche anno. Ma quando il pressing forsennato è diventato impossibile da riprodurre continuativamente per colpa del calendario compresso dalla pandemia, entrambi i club sono crollati nella parte bassa della classifica. Lo Squishing (schiacciare) funziona meglio se a praticarlo sono le grandi squadre, ma il Lanching (il lanciare) raramente paga i suoi dividendi – anche perché i lanci lunghi tendono a rendere più complicato mantenere un pressing alto costante. Juanma Lillo, allenatore con idee abbastanza influenti ed ora assistente al Manchester City, un giorno disse: “Piú velocemente la palla sale il campo (nella metà campo avversaria, ndr.) più velocemente ci torna indietro (nella nostra metà campo).”
Nonostante l’attenzione che stanno ricevendo le statistiche utilizzate dal Barnsley, devo ancora sentire una voce dal club confermare come lo Skyball abbia come fine ultimo quello di massimizzare la pericolosità del singolo possesso. Potrebbero aver benissimo, quindi, pensato al loro nuovo stile senza aver prestato necessariamente attenzione alle statistiche che lo valorizzano. Anche perché ufficialmente Beane è un “partner silenzioso” che ci porta a pensare come non sia assolutamente nei piani farci pensare che siano Jonah Hill e Brad Pitt a muovere i fili del club, seduti di fronte ad un laptop nelle retrovie. Quando il presidente Chien Lee parla del modo in cui il Barnsley usa le statistiche sembra stia descrivendo un qualunque dipartimento scouting dei giorni nostri: “Cerchiamo calciatori ed allenatori che aderiscano al nostro stile, uno stile fatto di passaggi perlopiù”.
Solamente che l’idea di “stile fatto di passaggi” (passing game) del Barnsley è agli antipodi rispetto a quella degli altri, ed è proprio qui che subentra la magia del Moneyball. Quando scegli di interpretare il successo di un passaggio non da chi alla fine d’esso riesce a controllarlo ma dall’eventuale pericolo che ti aiuta a creare nei pressi della porta avversaria, puoi decidere di basare il tuo recruitment su qualità ben diverse rispetto a quelle che stanno cercando gli altri team. Se torniamo alla squadra di baseball di Beane, la qualità sottovalutata e poi reinterpretata che ha dato loro un margine è stata la capacità di un battitore di arrivare in base (.OBP). Per il Barnsley questa statistica potrebbe benissimo essere la capacità aerea di un calciatore, la percentuale di seconde palle conquistate, il pressing o semplicemente lo scaraventare la palla il più forte possibile. Sicuramente saranno qualità reperibili a prezzi molto più bassi rispetto alle abilità di passaggio.
Pensate a Daryl Dike. In MLS l’attuale centravanti del Barnsley non era niente di speciale. Draftato dal college, ed in pochi diventano pro in questo caso particolare, Dike è riuscito a stupire guadagnandosi minuti con l’Orlando City, segnando 8 gol senza rigori la scorsa stagione, una somma che l’ha piazzato nono fra gli attaccanti in MLS. Le buone prestazioni gli hanno fatto guadagnare le luci della ribalta come potenziale rookie per la Nazionale USA. Ma secondo American Soccer Analysis gli 8 gol di Dike rappresentavano una grossa over-performance rispetto ai 4.3 xGs totalizzati – una statistica che rappresenterebbe una enorme red flag per qualunque squadra che si affida alle statistiche. L’ASA utilizza anche una speciale stat chiamata “goals added”, che praticamente valuta quanto un tocco del singolo giocatore aumenti o diminuisca le probabilità per la propria squadra di segnare e/o subire un gol. Dike era sotto media quando si andavano a controllare i suoi tocchi su passaggi effettuati, passaggi ricevuti, dribbling tentati e tiri tentati – praticamente su ogni tocco tranne difese del pallone e falli conquistati. Un’area scouting basata sulle statistiche che stesse cercando qualità palla al piede o un particolare talento per balistica da dentro l’area avrebbe sicuramente consigliato al proprio DS di non perdere tempo con Dike.
Eppure Dike è stato eccellente per il Barnsley. Certo, sta ancora over-performando ogni tipo di modello xG ad un ritmo sicuramente insostenibile a lungo andare. Non è bravo a fare quelle cose che associamo con l’essere un buon calciatore. Ma lotta tantissimo, vince moltissimi duelli aerei, riesce a far risalire la squadra e punisce costantemente dal punto di vista fisico i difensori: una palla da demolizione alta 185cm e pesante 99kg. È il centravanti perfetto per lo Skyball ed al contempo il suo relativo talento l’ha reso disponibile per un prestito dalla MLS al Barnsley, di certo non la squadra più ricca in Championship.
È esattamente questa l’epitome di Moneyball. Il Barnsley trionfa in maniera brutta ed in maniera economica. Dal mio punto di vista non sono una squadra piacevole alla visione. Ma vincono. Attualmente, secondo Transfermarkt, possiedono la 19ª rosa migliore in Championship ma giocano come la 5ª migliore secondo lo SPI di FiveThirtyEight. Se per puro caso un paio di Skyballs dovessero trovare il rimbalzo giusto e se un paio di cannonate di Dike dovessero al contempo trasformarsi in gol potremmo trovarci il Barnsley in Premier League la prossima stagione (sono stati sconfitti in semifinale playoff dallo Swansea, ieri, al momento della traduzione, ndr.) a Lanciare e Schiacciare o comunque a causare qualsiasi tipo di caos che rovini il canovaccio miliardario del passing game del Manchester City. Lo guardareste? ❧
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